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Donne e design: Zaha Hadid

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Nata a Baghdad nel 1950 e naturalizzata britannica, dove emigrò nel 1972, Dame Zaha Hadid Mohammad è stata la più importante interprete contemporanea dell'architettura al femminile. Progettista e designer (sia d'arredo, sia di prodotto) è stata una vera e propria archistar di fama mondiale. Studentessa di matematica presso l'Accademia Americana di Beirut trasferitasi in Inghilterra iniziò a frequentare i corsi dell'Architectural Association. Qui conobbe, tra gli altri, Rem Koolhaas, suo insegnate, e divenne una tra i primi membri di OMA – Office for Metropolitan Architectur, fondato a Rotterdam. Conseguita la laurea nel 1977 ha continuato a frequentare l'Accademia come docente fino al 1987 e a insegnare in diverse università americane, tra cui le prestigiose Harvard e Yale. Nel 1979 ha fondato a Londra il suo primo studio professionale: Zaha Hadid Architects. Inizialmente, considerate troppo avveniristiche, le sue architetture non vengono realizzate, ma questo non mina assolutamente la sua “visione” dell'architettura. I suoi primi edifici realizzati sono del 1993: fra questi una residenza a Berlino e la (famosa) stazione dei pompieri al Vitra Campus di Weil am Rhein in Germania a pochi chilometri da Basilea. Da qui la progettista inizia una corsa inarrestabile che la trasformerà in un uno dei nomi più influenti del mondo dell'architettura.

Le collaborazioni

Tante, tantissime, le architetture firmate da Zaha Hadid in giro per il mondo (dall'Europa alla Cina ha davvero progettato ovunque) la prima opera italiana da lei firmata è stata il museo MAXXI di Roma, ma famosa è anche la stazione dell'alta velocità di Napoli Afragola (progettata dallo studio Zaha Hadid Architects e portata a compimento nel 2017 da Patrick Schumacher dopo la scomparsa della progettista). Poliedrica e versatile è stata capace di affrontare il tema della progettazione a 360°, spaziando dentro ambiti fra loro anche molto diversi. Tante le collaborazioni con brand di design i più noti: B&B Italia, Serralunga, Alessi, Boffi, Slamp, Cassina, ma non sono mancate anche le collaborazioni con brand della moda e del lusso dentro cui spiccano: Lacoste, Luis Vuitton, Fendi e Stuart Weitzman per citare i più noti.

La poetica e l'estetica

In tutti gli ambiti progettuali affrontati e indagati Zaha Hadid è stata lontanissima dalla standardizzazione formale; nelle sue realizzazioni ha infatti attuato (sempre) una scomposizione volumetrica e planimetrica. Un elemento diventato il suo punto di forza (e la sua cifra stilistica) che le ha permesso di creare architetture importanti e altamente riconoscibili, ma anche oggetti e arredi fluidi che l'hanno resa la principale esponente del decostruttivismo architettonico.

I premi

È stata la prima donna a vincere il Pritzker Prize nel 2004, considerato il Nobel dell'architettura. Nel 2010 e nel 2011, i suoi progetti hanno ricevuto dal Royal Institute of British Architects lo Stirling Prize, uno dei più alti riconoscimenti dell'architettura internazionale. È stata, inoltre, nominata Artista per la pace da parte dall'Unesco e ha ricevuto il riconoscimento di Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres dalla Francia e Dame Commander of the Order of the British Empire dalla Regina Elisabetta II nel 2012. E nel febbraio 2016 ha ricevuto, uno fra gli ultimi premi, la Royal Gold Medal.

Mancata improvvisamente il 31 marzo 2016, a soli 65 anni, Zaha Hadid ha lasciato un'eredità importante che continua nel lavoro e nel DNA dello studio da lei fondato.

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