Curiosità
Magliette, camicie e top. Gonne, pantaloni e leggins. Vestiti lunghi e vestiti corti, giacche da giorno e giacche da sera, cappotti colorati e cappotti neri, soprabiti per la primavera, soprabiti per la bufera. Ci sono capi d'abbigliamento che hanno ancora l'etichetta, ma non ricordiamo neanche più quando li abbiamo acquistati: che cosa ci fanno là in fondo ormai dimenticati? L'armadio è in affanno. Ogni angolo è stracolmo di cose e quasi non riusciamo più a chiuderlo. È ora di scoprire come fare decluttering dell'abbigliamento e di ogni cosa sia sepolta da tempo nel guardaroba. Scopri da dove iniziare e qualche trucchetto per decidere che cosa tenere e che cosa dar via. Nell'articolo spieghiamo il significato di “decluttering” e diamo tanti consigli per riordinare l'armadio:
Innanzitutto bisogna domandarsi qual è il significato di “decluttering”, una parola dalla sonorità apparentemente anglosassone, un po' gratta palato, un po' gutturale. Si tratta, in effetti, di un termine inglese, un participio presente del verbo “declutter”, tradotto in italiano con “mettere in ordine”, “riordinare”, “fare ordine”. Oggi il significato di “decluttering” è conosciuto da un numero di persone sempre maggiore, grazie al diffondersi dell'inglese. Viene utilizzato nei contesti più disparati: dalla situazione di un appartamento pieno di oggetti e in disordine al caso particolare di una scrivania strabordante o un armadio che sta per esplodere. Nel nostro articolo, ci concentriamo su quest'ultima eventualità: il guardaroba, che della compressione della materia non vuol proprio saperne.
Prima di seguire le strade della riorganizzazione dei vani contenitori per vestiti e biancheria, rispondiamo a un'altra domanda: il decluttering italiano come suona? Insomma, il decluttering da noi come fa? Ricorda forse le battute della nonna e ha un sapore di serenità familiare: “fare repulisti” significa proprio “mettere in ordine”. La parola “repulisti” viene quasi così com'è da latino, dal perfetto del verbo “repellĕre”, cioè “respingere”. Dunque, al suo interno c'è una sfumatura scherzosa che viene dall'idea di far piazza pulita in un posto, in un qualche luogo della casa. Dopo aver fatto un bel repulisti, l'armadio, il soggiorno, la libreria o la cucina sarà uno spazio finalmente libero, pronto a essere nuovamente utilizzato.
Abbiamo già detto che in questo articolo ci soffermiamo sul decluttering dell'armadio. Andiamo dunque al sodo, o meglio, alla pressione che cresce a dismisura tra un cappotto e un giaccone nella fila di camicie e vestiti. Andiamo alla fioritura della pila delle maglie, e all'esplosione del cassetto della biancheria. Succede così. Stranamente un bel giorno i mobili son tutti pieni, e non c'è verso di farci stare neanche un fazzoletto in più. Che fare? È tempo di decluttering dell'armadio, cioè di un repulisti dei capi d'abbigliamento, per capire cosa tenere e cosa buttare via.
Come riordinare gli armadi? Quando è opportuno fare un accurato repulisti dell'armadio? Quando ci vuole un radicale decluttering dell'abbigliamento che fermenta nei mobili come fosse pure lievito? Per alcune persone il significato del decluttering è “emergenza”. Finché la pinguedine degli armadi non minaccia la convivenza tra abitanti della casa e oggetti è bene non fare niente. Altre persone preferiscono la periodicità. Questo secondo metodo potrebbe rivelarsi più efficace a evitare picchi eccessivi di affollamento degli armadi nel lungo periodo. Infatti, un decluttering d'emergenza è più impegnativo di un decluttering programmato.
Un buon metodo per non mancare l'appuntamento con il repulisti è approfittare del cambio di stagione e della necessità di adeguare il guardaroba alle temperature. Quando spostiamo i maglioni dalle scatole in cima al guardaroba ai ripiani bassi, possiamo mettere da parte quelli che non indossiamo più. Alcuni notiamo che sono rovinati, infeltriti o bucati, e decidiamo di inviarli con decisione alla pattumiera. Altri invece sono pronti a una nuova vita: sono ancora in buone condizioni e possono essere donati. Lo stesso discorso vale per ogni capo di abbigliamento.
Approfittare del cambio di stagione per il decluttering dell'armadio è una buona idea, ma sottende la nostra disponibilità a qualche ora di noia. Scegliere quali capi d'abbigliamento buttare, regalare o tenere ancora con noi non è un'attività che solitamente desta entusiasmo. Dunque, per ridurre al minimo sessioni di tal genere, un approccio valido è riordinare pochi minuti al giorno o una mezz'oretta solo nel fine settimana. Per dieci minuti possiamo resistere, nel girotondo silenzioso delle magliette dimenticate nei cassetti e del vestitino rimasto in fondo che ormai si è ristretto. Ma come riordinare l'armadio un po' per volta? Occorre concentrarsi su pochi oggetti ogni giorno. Per esempio, puoi decidere di sceglierne tre a ogni repulisti quotidiano, da buttare o regalare.
L'armadio sempre più panciuto ci inquieta. Dobbiamo intervenire, ma non sappiamo come. Dunque, rispondiamo alla domanda che sorge spontanea: da dove iniziare il decluttering? Come spesso succede, le attività vanno programmate, soprattutto quelle non molto piacevoli. Anche nel caso del decluttering dell'abbigliamento, della biancheria e di tutti gli oggetti contenuti nel guardaroba, bisogna prefiggersi un obiettivo. Ecco quindi il punto di partenza: l'idea ben chiara del traguardo da raggiungere. La meta ideale è liberarsi di tutti i capi di vestiario e gli oggetti che non usiamo più.
Per definire l'obiettivo in modo preciso prendiamo quattro scatoloni, ognuno corrispondente a una destinazione diversa degli oggetti selezionati:
Così sembra facile. Ci è finalmente chiaro da dovere iniziare nel decluttering e come farlo. Ma stiamo procedendo senza fare i conti con la pendenza più ripida della montagna: come decidere? Come stabilire che un oggetto deve effettivamente uscire da casa nostra e un altro può rimanerci?
Nell'operazione del riordinare l'armadio, la selezione degli abiti e degli oggetti da eliminare è la parte più difficile. In alcuni casi, la risposta all'interrogativo “cosa buttare?” è sicura: un vestito rotto va inevitabilmente nella spazzatura, se non può essere riparato. Ma altre volte la faccenda è ambigua. Per decidere che cosa buttare via, ci si può fare una semplice domanda riguardo a ogni oggetto preso in considerazione: lo ricomprerei? Se la risposta è no, decidiamo di donarlo.
Se alla domanda “lo ricomprerei?” rispondiamo “sì”, il capo d'abbigliamento che stiamo valutando per il decluttering può forse essere tenuto. Ci va ancora bene? È ancora in buone condizioni? Partecipiamo a eventi per cui quel capo di vestiario è davvero adatto? Se rispondiamo sempre “sì”, possiamo rimetterlo tranquillamente nell'armadio: il suo momento arriverà.
C'è un trucco per riordinare l'armadio e fare la selezione degli abiti da tenere e da buttare in modo efficace. Appendi o riponi i capi d'abbigliamento al contrario. Quando li usi, li riappendi, o li riponi nuovamente, girati dalla parte giusta: dopo un mese, a colpo d'occhio, vedi cosa hai davvero indossato e cosa no.
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